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La culla dei numeri

Quest’anno, il Comune di Manerbio ha accostato la Giornata della Memoria (27 gennaio) con la Giornata del Ricordo dei morti nelle foibe (10 febbraio). In onore di entrambe, nei portici del municipio, è stata posta un’installazione artistica di Luciano Baiguera e Cristina Brognoli: “La culla dei numeri”. L’iniziativa è stata sostenuta, oltre che dal Comune, dal locale circolo A.N.P.I. “Giuseppe Bassani”. 

            Il 22 gennaio 2017, è avvenuta l’inaugurazione ufficiale. I “numeri” erano quelli che ribattezzavano gli internati nei lager, nonché tutte le vittime spersonalizzate da una strage. La “culla” è stata resa visivamente da un cesto pieno di lana a bioccoli, che ricordava l’agnello, simbolo dell’innocenza. L’installazione era strutturata come una passeggiata fra corpi scarnificati, realizzati in carta per imballaggi da Cristina Brognoli, alla ricerca della crudezza e dell’espressività. Un tappeto di cenere univa i due estremi del percorso: un muro (segno di ostilità), con scritte commemorative e una “spina dorsale interna” che voleva essere il pungiglione della morte; un dipinto con una grande mano che sorreggeva Aylan, il bimbo curdo siriano annegato nelle acque turche, sotto un gigantesco sguardo materno.
Della parte pittorica si è occupato Baiguera, che ha anche pensato a una frase-ponte per accompagnare le due Giornate commemorative: “Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.” (Mt 2, 18). Il versetto è una citazione del Libro di Geremia (31, 15) contenuta nel Vangelo secondo Matteo, per commentare la strage degli innocenti. «Perché “fare memoria”? Perché anche oggi non c’è rispetto dell’altro, visto come capro espiatorio» ha illustrato Baiguera.
            Nell’ambito dell’installazione, è stata programmata anche la performance “E la morte non avrà più dominio” (sull’omonima poesia di Dylan Thomas), a cura di Monika Zimova e Jacopo Brognoli.


Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 117 (febbraio 2017), p. 18.

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