Passa ai contenuti principali

Le castagne fanno buon sangue

Arriva novembre, col suo gradito carico di frutti autunnali e prodotti suini. Ne beneficia, come sempre, l’AVIS di Manerbio, per la raccolta fondi. Il 13 novembre 2016, la cittadinanza manerbiese è stata invitata al Piazzolo di via XX Settembre per l’annuale castagnata con vin brulé ed altri extra. A preparare le caldarroste ha collaborato il Vespa Club locale. Giusto per confermare lo spirito di sostegno fra associazioni, i donatori di sangue esponevano volantini dedicati all’AIDO, l’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule: la sezione provinciale di Brescia, intitolata a Laura Astori, cerca nuovi aderenti. 
            Ai banchettanti, l’AVIS ha offerto il suo nuovo calendario, dedicato alla cultura contadina e ai proverbi dialettali. Era possibile anche acquistare i biglietti di una lotteria: l’estrazione dei premi era stata fissata al 16 dicembre 2016, in occasione della Shopping Night.
           
La solidarietà si è dunque tradotta in un pomeriggio di festa paesana, con caldarroste che riempivano le dita di fuliggine, ma non mancavano di gusto, fette di salame nostrano e una pioggia di ciccioli (non saranno molto indicati per mantenersi in forma, ma guai a disprezzarli…). Per scaldarsi, oltre al vin brulé, era possibile sorseggiare tè o cioccolata. Bibite e torte completavano la festa.
            Ai potenziali sostenitori, venivano offerti palloncini fregiati dalla scritta “AVIS” - alcuni, anche a forma di cuore. Il cuore, però, si poteva misurare soprattutto dalle grosse bottiglie in plastica che andavano riempiendosi di aiuto concreto in denaro. A loro modo, le castagne possono fare buon sangue.


Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 115 (dicembre 2016), p. 18.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

Il Cimitero di Manerbio: cittadini fino all'ultimo

Con l'autunno, è arrivato anche il momento di ricordare l' "autunno della vita" e chi gli è andato incontro: i nostri cari defunti. Perché non parlare della storia del nostro Cimitero , che presto molti manerbiesi andranno a visitare?  Ovviamente, il luogo di sepoltura non è sempre stato là dove si trova oggi, né ha sempre avuto le stesse caratteristiche. Fino al 1817, il camposanto di Manerbio era adiacente al lato settentrionale della chiesa parrocchiale , fra la casa del curato di S. Vincenzo e la strada provinciale. Era un'usanza di origine medievale, che voleva le tombe affiancate ai luoghi sacri, quando non addirittura all'interno di essi. Magari sotto l'altare, se si trattava di defunti in odore di santità. Era un modo per onorare coloro che ormai "erano con Dio" e degni a loro volta di una forma di venerazione. Per costituire questo camposanto, era stato acquistato un terreno privato ed era stata occupata anche una parte del terraglio