Diffida
di chi non prova gusto per alberi e fiori, per chi non rabbrividisce davanti
alle chiare, fresche et dolci acque. Diffida
di chi non ha mai pregato in un momento d’angoscia od ebbrezza.
Diffida di chi storce la bocca
davanti alle vetrine piene di libri o alle pinacoteche affollate. Diffida di
chi ti parla di saper stare al mondo, come
se ne conoscesse tutti i segreti. Perché chi sa svendere le più umane emozioni
saprà svendere anche te, cedere il tuo cuore a un macellaio per un tanto al grammo.
Son state dette grandi cose delle possibilità della ragione umana. Ma la
ragione, senza un sentimento d’humanitas che
la guidi, non è che un meccanismo dentato e divorante. La ragione efficientista
ha masticato i lavoratori in fabbriche, cantieri, campi, uffici. Ha ridotto
popolazioni native all’emarginazione, per far posto all’Uomo Superiore in
Tecnologia.
Direte che la ragione ha portato
l’uomo a migliorare le condizioni di vita per molti, a debellare malattie, a
diffondere i beni culturali, a combattere sfruttamento e superstizioni. Ma ciò
è avvenuto solo quando la ragione si è sposata a un moto del cuore, divenendo
così ragione illuminata.
Oggigiorno, non avrebbe senso una
crociata per la supremazia di una religione sulle altre. Servirebbe, piuttosto,
una sintonia fra tutti coloro che sono capaci di spiritualità, di vivere
secondo i moti del subconscio. Perché da lì nasce la scintilla che illumina la
ragione e la rende humana in senso
terenziano. La crociata d’oggi è quella dei vivi
contro i morti, coloro che
vogliono ridurre i rapporti umani a un mero meccanismo di do ut des. Per questo, chi è capace di spiritualità dovrebbe saper
accettare e valorizzare anche coloro che, fino a oggi, sono stati ostracizzati
da quasi ogni tradizione religiosa, per ragioni indipendenti dalla loro
volontà. In loro, si troverebbero alleati insperati e preziosi.
Non bisogna aver paura di parlare di
eterno, con la consapevolezza che
esso coincide con quello che C.G. Jung chiama archetipo.
Non aver paura di chiamare “pazzo”
chi si fa guidare dalla testa. Perché – come insegnano Omero e i maestri
orientali – il vero timone del comportamento è il diaframma.
Se qualcuno ti definisce “romantico”
con tono di disprezzo, rispondigli che il romantico non è altri che colui che
vede l’universo con l’Occhio onnicomprensivo dell’intuito. Sii colui che ha
“mente fredda e cuore caldo”, come lo Zarathustra di F. Nietzsche. Come un
novello Platone, ricaccia la tecnica al suo posto di ancella. Allora – e solo
allora – si potrà parlare di progresso
dell’umanità. Fino a quel momento, il “progresso” sarà solo il gioco degli
interessi di pochi sulla pelle dei molti.
Pubblicato su Uqbar Love, N. 147 (28 agosto 2015), pp. 19-20.
Pubblicato su Uqbar Love, N. 147 (28 agosto 2015), pp. 19-20.
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