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Visualizzazione dei post da giugno, 2014

In-esistenza

Lei entra dalla porta a vetri e si avvia verso il bancone di legno scuro. È una presenza familiare qui: non ostessa, non cameriera, piuttosto una creatura di questo acquario caleidoscopico. Non è detto che ci sia, ma la sua apparizione è naturale in ogni momento. La osservo da dietro i miei libri, mentre i fondi del mio caffè s’impigriscono nella tazzina abbandonata. Gli occhi grandi di lei seminano bagliori d’acquamarina, resi tanto più ipnotici dalla cornice di pelle olivastra in cui s’incastonano. Lei –dal viso alle labbra ai fianchi- è morbida e generosa come un frutto tropicale. Sul capo, ha una selva di trecce rastafariane lunghe fin quasi alle sue caviglie e crespe come radici. Lei è una creatura di nessun mondo –impossibile domandarsi da dove venga. L’estate l’ha vestita d’un abito a fiori, lungo e leggero, che culla i suoi seni colmi. Arrossisco e mi rituffo negli esametri greci.             Lei è una delle tante forme in cui la femminilità si declina per blandi

Lo strano caso del replicante epistolografo

Oggi, in data 26 giugno 2014, ho avuto la ventura di accedere a Facebook, come mio solito, e di trovare una notizia sensazionale: “ Grazie a Il Giornale scopro di essere stato a Donetsk, a mia insaputa.” L’autore dell’affermazione è Andrea Virga ( costui , per intenderci). In effetti,  questo articolo , pubblicato in data odierna, recita: “ Nel calderone della guerra civile in Ucraina c'è di tutto. Come scrive Panorama, dall' «Italia arrivano anche i filo russi». E sventolano un tricolore con la stella rossa in mezzo, come la bandiera della brigata partigiana Garibaldi durante la seconda guerra mondiale. «A inizio giugno sono sbarcati a Donetsk sei giovani italiani, fra cui Orazio Maria Gnerre, Luca Pintaudi e Andrea Virga di Millennium - scrive il settimanale - Il «partito comunitarista», come si legge sul suo sito, farebbe parte del filone fascio-comunista in contatto con l'ideologo della Grande Russia euro asiatica, Aleksandr Dugin».” (Grassetto mio). Pe

Cavoli riscaldati

Quando ho richiesto la valorizzazione della famiglia e il rispetto della vita umana, i laicisti mi hanno accusato di: irrazionalità, strumentalizzazioni, lobbysmo. Quando ho sostenuto il riconoscimento civile delle coppie gay e ho messo in guardia contro i pregiudizi, gli ipercattolici mi hanno accusato di: irrazionalità, strumentalizzazioni, lobbysmo. I cavoli riscaldati sono buoni per tutti.

Il tuffo

Ho passato i miei giorni a racimolare lancette spaghi cabale deliziose                         ninnoli paurosi per annoverarli nel mio Grande Cassetto Sidereo ‒ la chiave, come sempre, è sotto lo zerbino. Poi, in uno scatto                         saggio li ho gettati tutti tranne                         un paio d’occhi                         verde cangiante che ho sempre amato indossare per qualche tuffo nell’abisso Compresa in: AA. VV., Homo eligens , Gaeta 2014, deComporre Edizioni .

Il mio cuor è un Medioevo

Il mio cuor è un Medioevo, un empire alla fine di chissà quale décadence –o forse troppo perpetuo per dirsi vissuto. È un manto di selve piene di mostri                         familiari È un mosaico di città sedute a consiglio, dove la Concordia dipinge affreschi, mentre sangue sotterraneo annega l’ignavia Qualcuno trascrive esausto gli esemplari di una me tanto obliata da essere presente e il Tempo non ha senso. Sono il Mediterraneo brulicante di lingue Mie son tutte e nessuna Io sono Babele                         disillusa che scende a conversar amabilmente in una lingua franca. Io sono il latino ignaro                                                della propria morte, che parla a ognuno nel proprio abbacinato mistero. Io sono la Notte, in cui ha spazio ogni lume. Se mi ucciderà un Sole non so Compresa in: AA. VV., Homo elig

I miei nemici

Sono persone rilassate, affabili, cortesi. Né potrebbe essere altrimenti. Non hanno nulla per cui agitarsi. Vogliono garantire la proprietà privata in un mondo capitalista; mantengono fermi tre o quattro principi che non richiedono poi troppa fantasia; si sentono “normali” in un mondo di “disadattati” a cui rimproverano di voler essere se stessi. Inutile ricordar loro quell’aforisma di Oscar Wilde: “Una rosa rossa non è egoista perché vuol essere una rosa rossa. Sarebbe terribilmente egoista se volesse che tutti i fiori del giardino fossero tutti rossi e tutti rose.” Allo stesso tempo, riescono ad aver l'aria degli "alternativi". Deprecano l'impossibilità di fare pubblicamente talune affermazioni, ma hanno luoghi e occasioni in cui esplicitarle comunque. Vedendoli davanti ai problemi sociali, vien da domandarsi se siano ignoranti o perfidi. Non ci sono molte altre ipotesi per spiegare la loro insensibilità, il modo in cui mentono a se stessi per difendere una “fo