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Visualizzazione dei post da maggio, 2014

Prova d'orchestra

Bela Lugosi is (not) dead

Tanto per non distaccarci troppo dal tema, dopo Countess Dracula , arriva su questo blog il Conte Dracula propriamente detto. Anzi, il Conte Dracula per eccellenza: quello impersonato da Bela Lugosi. Se si esclude Christopher Lee, nessun interprete del vampiro cinematografico è rimasto così bene impresso nell’immaginario comune. Menzionare “Dracula” significa ancora oggi rivedere quella figura ampollosa, coi capelli impomatati, il mantello nero e le sopracciglia incisive. Contraddicendo la famosa canzone dei Bauhaus, Bela Lugosi is not dead.             Il  Dracula del 1931 è stato diretto da Tod Browning: lo stesso che dedicò un film ai Freaks (1932), i “fenomeni da baraccone” sempre innocenti nella propria mostruosità. La vicinanza cronologica fra le due pellicole e l’identità del regista farebbero pensare a un’ispirazione comune. In effetti, anche Dracula è un freak: un animale da teatro, plateale nella gestualità, che terrorizza con l’arte di entrare e uscire di sc

Il paradosso del fuoco

Qualcuno si domanda cosa io trovi nei film sui vampiri. Io rispondo: un linguaggio duttile ed efficace per parlare di aspetti inconfessabili dell’essere umano. Nel caso di  Countess Dracula ( La morte va a braccetto con le vergini, 1971), l’aspetto esaminato è la ricerca della felicità. Essa –inutile dirlo- è una tematica frequentatissima da cinema e letteratura. Raramente, però, il suo aspetto sinistro emerge come da questo film.             Esso è la versione romanzata della vita della contessa Erzsébet Báthory (1560 – 1614), accusata d’aver assassinato centinaia di ragazze per ringiovanire grazie al loro sangue. Che ciò fosse malattia mentale o calunnia, la figura della contessa è diventata topica nella letteratura sui vampiri.             Nella pellicola, compare ormai anziana e vedova di recente. A confronto con lei è posta la memoria del defunto marito, circondata da un’aura di venerabilità e munificenza. Tanto più per questo spicca l’arida crudeltà della protagon

Gorgia da Leontini e l' "Encomio di Elena": la questione della responsabilità morale

Presentazione della mia tesi di diploma IUSS in Scienze Umane. Il presente lavoro si basa su un argomento trattato durante il corso Libertà, determinismo, responsabilità. Problemi del soggetto e dell’azione morale nel mondo antico, tenuto dal prof. Mario Vegetti nel I semestre dell’A.A. 2011/2012. L’elaborato riguarda le questioni toccate dall’ Encomio di Elena composto dal sofista Gorgia da Leontini (480 a.C.? – 380 a.C.?). Questo scritto si configura come la difesa della sposa di Menelao, accusata d’aver causato la guerra di Troia fuggendo con Paride. L’ Encomio di Elena è collocabile poco dopo il 427 a.C., anno in cui Gorgia avrebbe raggiunto l’apice del successo. La sua professione di sofista consisteva nel preparare i giovani di buona famiglia alla carriera politica, insegnando loro l’arte retorica. Questa professione lo portò in Tessaglia e ad Atene. Qui, nel 427 a.C., si recò come ambasciatore di Leontini per proporre un’alleanza in funzione antisirac