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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Il carnaio sotto il tappeto

Un salotto pregevole; sul tavolino, libri d’arte e cataloghi di mostre. In un vaso, i fiori d’ordinanza. Che lo spettacolo abbia inizio. Gli intellettuali   radical-chic e la coppia altoborghese si fronteggiano dai rispettivi posti di combattimento, cominciando con pistolotti sulla “civiltà” e sulla “buona educazione”. Giustamente: le guerre partono sempre da messinscene diplomatiche. E, forse, la farsa avrebbe funzionato, se fosse stata consentita la provvidenziale uscita di scena. Ma la via di fuga è ostruita; i personaggi sono attratti dall’abisso che si sta spalancando. E tutto precipita qui, nella ferocia, negli umori acidi, nei volti fattisi maschere primordiali.             Yasmina Reza è acuta ed impietosa nel cogliere le contraddizioni della “società bene”. Roman Polanski ha tradotto le sue intuizioni per il cinema, in Carnage. Un film che ha creato perplessità: girato in una sola stanza, con scene anche apertamente stomachevoli, senza mai togliere lo spettatore dal fi

Siamo Paola e Ricarda Concia,sposate in Germania. Lei ha preso il mio cognome:c’è qualcosa che non va?

Siamo Paola e Ricarda Concia,br /sposate in Germaniabr /Lei ha preso il mio cognome:br /C’è qualcosa che non va?

Costruendo Libera

Non è una novità: il problema è sempre meno relegato al Sud. Lo sa bene Pavia, dove, ogni anno, si svolgono conferenze sulla criminalità organizzata. Ma non si muovono solo gli ambienti accademici. La questione sollecita la cittadinanza. Ecco, dunque, il gruppo “Costruendo Libera”, realtà neonata sul suolo pavese. Il suo scopo è tener desta la sensibilità su temi quali lotta alla mafia e promozione della legalità –vista non come idillio, ma come alternativa concreta alla logica della criminalità organizzata. “Costruendo Libera” è costituito prevalentemente da studenti, elementi sempre attivi e propositivi, ma mira a creare una sinergia fra tutte le componenti sociali. Per ora, non è ancora un vero e proprio presidio di “Libera”, ma auspica a divenirlo.“L’antefatto è stata la conoscenza diretta da parte di qualcuno di noi con ‘Libera’, soprattutto grazie ai campi di volontariato svolti sui terreni confiscati l’estate scorsa, con il motto ‘E!state Liberi’ “ racconta G., un giovane

A.

"Mamma: quel bravo ragazzo di cui hai letto sul giornale stamattina è lui; e sono io quella ragazza di cui si parla senza farne il nome; dicevi Poverino, è colpa tua si vede che lo fai soffrire ed io non trovavo la maniera di spiegarti e ancora non la trovo; e non hai visto cosa mi scriveva: ti romperò le dita delle mani, proprio le mani che conosci e senti suonare quella musica che ami; e c’erano persone per proteggermi l’altra sera al concerto; come un film che vissuto dal di dentro è un po’ diverso da quando te lo guardi e stai seduta sulla poltrona a casa. Mi spiace che un giudice magari stonato o magari senza cuore abbia capito più di te." LEONARDO ASSO 6 Agosto 2008

Lesbo

“Madre dei giochi latini e delle voluttà greche, Lesbo, dove i baci, languidi o gioiosi, Caldi come soli, freschi come angurie, Son l'ornamento delle notti e dei giorni gloriosi; Madre dei giochi latini e delle voluttà greche, Lesbo, dove i baci son come le cascate Che si gettan senza paura negli abissi senza fondo,     E corron, singhiozzanti e chioccianti a sussulti,  Turbinose e segrete, brulicanti e profonde;   Lesbo, dove i baci son come le cascate! Lesbo, dove le Frini s’attraggon l’un l’altra, Dove mai un sospir restò senz’eco, Al par di Pafo le stelle t’ammirano, E Venere a buon diritto può esser gelosa di Saffo! Lesbo, dove le Frini s’attraggon l’un l’altra,   Lesbo, terra delle notti languide e calde, Che fan sì ch’ai loro specchi, steril voluttà! Le fanciulle dagli occhi infossati, innamorate dei propri corpi, Accarezzino i frutti maturi del loro nubilato; Lesbo, terra delle notti languide e calde,    Lascia che s’accigli l’o

La Repubblica degli Impiccati

In mezzo alla solita selva oscura, mi ritrovai ai pie' d'un calvo colle e, quanto a dir qual era, è troppo molle il mio cuore tuttor per la paura. Poiché le viti o gli ulivi non volle alcun piantarvi, ma solo ebbe cura di alzarvi forche per un frutto folle, che al calor degli sguardi altrui matura. Mi chiesi quale ne fosse il diletto o l'utile, giacché dagli impiccati non si può trarre né olio, né vino; mi disse, allor, passando, un contadino: "Questa Repubblica ha forte affetto per quest'usanza, che tiene legati alle sue colonne di molti i fati ed è acclamata dai liberi fiati."

S.

“E’ morto il signor Rino” - “Non m’importa niente, lo sai, mamma”. “Ma era un uomo bravo!” – “Mamma: dico che non m’importa niente”. “Te lo ricordi al bar? Eri bambina.” Mamma non ero piccola come pensavi tu, come volevi; lui mi diceva cos’hai fatto lì davanti che sei gonfia. Io correvo e m’inseguiva, io correvo via e mi toccava e poi rideva. Un giorno sono scappata fuori, mi sono chiusa in macchina. Adesso se vedo il cane o il gatto terrorizzato da qualcosa penso a me quel giorno; e non mi sembra buffo il cane o il gatto spaventato. A te pareva buffo, forse, non lo so; ma mi ricordo che ridevi. Scusa se non m’importa che quell’uomo è morto. 4 Agosto 2009 LEONARDO ASSO

Per chi non vuol vedere

Il link al post "La privazione del piacere" (dal blog Un altro genere di comunicazione ) è stato recentemente censurato su Facebook, per via delle immagini che documentano cosa significhi -concretamente- una mutilazione genitale femminile. Dal momento che la maggiore preoccupazione sembra quella di non venir disturbati nella propria serenità estetica, condivido il link anche sul presente blog, per ribadire l'importanza di questa tematica. Nessuno gode nel mostrare tagli e cuciture della carne. Non si tratta di compiacimento sadomaso. Si tratta di denuncia. E, in simili frangenti, lo spirito di censura è quantomeno grottesco e fuori luogo. " I n Italia sono 4.000 le bambine che ogni anno in Italia subiscono una mutilazione genitale . Il dato raccapricciante è siamo il Paese occidentale con il più alto tasso di donne che hanno subito tale pratica, il resto è sommerso. Anche se in Italia la legge vieta tale pratica ci sono medici e comunità che, a pagamento, prati

M.

Il mio ragazzo serio tutti i giorni veniva a casa mia e mi guardava ed era tanto bravo e mamma diceva che lui era tanto bravo; e mi guardava e non diceva niente e non ha detto niente neanche quando gli ho detto che ho baciato un marinaio quando ero scesa giù in vacanza al mare (ed ho rischiato che le mie compagne mi tirassero i capelli; ci hanno provato, hanno gridato che sono venuta lì soltanto per fare la stupida con i ragazzi, i bei ragazzi come i marinai, ma è stato lui che mi ha voluta, sono bella e mi ha cambiata con un bacio). Adesso il mio ragazzo serio dice che non gli importa niente, che mi ama lo stesso; ma di dentro io lo sento ancora il sapore di quel bacio; e mamma adesso cerca di insegnarmi che tutto è capitato solamente per l’errore terribile che ho fatto di ascoltare il cuore; allora grazie, mamma, per avermi mostrato quell’errore dandomi il gusto di perseverare; e grazie al marinaio. 4 Agosto 2009 LEONARDO ASSO

Uomini di lusso

Prefazione a Eva (1873): “Eccovi una narrazione –sogno o storia poco importa- ma vera, com’è stata o come potrebbe essere, senza rettorica e senza ipocrisie. Voi ci troverete qualche cosa che vi appartiene, ch’è il frutto delle vostre passioni, e se sentite di dover chiudere il libro allorché si avvicina vostra figlia –voi che non osate scoprirvi il seno dinanzi a lei se non alla presenza di duemila spettatori e alla luce del gas, o voi che, pur lacerando i guanti nell’applaudire le ballerine, avete il buon senso di supporre che ella non scorga scintillare l’ardore dei vostri desideri nelle lenti del vostro occhialetto- tanto meglio per voi, che rispettate ancora qualche cosa.             Però non maledite l’arte ch’è la manifestazione dei vostri gusti. I greci innamorati ci lasciarono la statua di Venere, noi lasceremo il cancan litografato sugli scatolini da fiammiferi.  Non discutiamo nemmeno sulle proporzioni; l’arte allora era una civiltà, oggi è un lusso: anzi un lusso

Dal fare al dire (2)

Da: Verso l’altra fiamma (1929) “L’1 febbraio dell’anno corrente, demoralizzato, vinto, io avevo appena terminato tutti i preparativi per la mia partenza dalla Russia e mi trovavo nella mia camera dell’ Hotel Passaggio, a Mosca, quando Victor Serge entrò, molto calmo, ma pallido come la morte […] Si trattava di un articolo abominevole […]:             Il 26 di questo mese, la compagna Mar’ja Svirtsjéva, membro della direzione della casa n° 19 di via Jeliabov, entrò nell’appartamento del cittadino Russakov per esaminare le riparazioni che erano appena state eseguite. Il cittadino Russakov, inquilino principale, avvicinandosi a Svirtsjéva, le domandò rozzamente perché fosse venuta. […] La preparazione verbale dell’aggressione non fu lunga. Una delle donne, la figlia di Russakov, prese Svirtsjéva per la spalla, mentre Russakov la colpiva al viso. Tutti e cinque, Russakov in testa, trascinarono Svirtsjéva lungo il corridoio, fino all’anticamera, colpendola con tutto quello che capit