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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

Magritte e giornalismo

Consigli per l'uso

Dal Novecento , quasi nessuna branca della scrittura è uscita illesa. Le parole sono state sezionate, scomposte, ricomposte. I futuristi ne hanno fatto immagini. Raymond Queneau le ha modulate in esercizi di stile. Italo Calvino ha giocato con la loro levità, le ha accostate ai tarocchi per bidimensionalità polisemica. Umberto Eco ha ricostruito il cosmo della biblioteca, in cui i libri si parlano e si riecheggiano, in un labirintico gioco di specchi. Un gioco per definire il quale si adopera quell’espressione irresoluta così poco cara a Cesare Segre: “postmodernismo”. Eppure, sembra che una scialuppa si sia salvata da questo (non malauguratissimo) naufragio. La scrittura giornalistica continua a serbare la fede in un nesso parola-realtà, in un “discorso vero” platonicamente inteso. Con buona pace di Immanuel Kant e del suo noumeno inesperibile. Questo credo ha i suoi più ferventi seguaci nei lettori . Possono essere scettici a parole (“le solite bugie dei giornali!”), ma il lo

Quando un video non basta

Immagine pagina Didascalia immagine Contenuto Articolo ​«Alberghi "vaticani" che non pagano l’Ici. La prova video». E che prova! Primi giorni di settembre. Il commando radicale è guidato dal feldmaresciallo in persona, Mario Staderini, con sergente appresso armato di telecamerina nascosta. Incursione alla Casa del Clero in via San Tomaso, nel centro di Milano. Motivo dell’audace blitz: «Cappato (Marco, radicale, consigliere comunale, <+corsivo>ndr)<+tondo> ha ottenuto dal Comune di Milano l’elenco degli immobili esenti Ici, ad esempio la Casa del Clero, in pieno centro di Milano». Staderini entra e chiede alla portinaia, una suora filippina da poco giunta in Italia, se c’è una stanza libera per lui, laico. E... La Casa del Clero fa parte del complesso della Chiesa Rettorile di San Tommaso Apostolo. Alla fine degli anni Cinquanta, diventa casa per i preti diocesani: quelli a servizio della diocesi che non risiedono in una parrocchia; quelli, ormai

Amiri Baraka

Dario Bertini su Kronstadt (Pavia), n° 64, dicembre 2011, pagg. 7-8

Questo non è un film

http://www.youtube.com/watch?v=KjvucWQrMlg&feature=colike "Una guerra silenziosa sta mietendo decine di vittime. Solo pochi eroi resteranno sul campo a combatterla. Esseri provenienti da pianeti lontani mostreranno il loro lato oscuro, costringendo gli indiani ad uscire dalle riserve. Ma sotto i colpi dell'odio che divide le razze, l'amore riuscirà a trovare il suo spazio, fino a che il ritrovamento di una misteriosa sedia da regista riuscirà a cambiare il destino dei protagonisti. E quello di centinaia di persone."

La morte corre sul fiume

I Cahiers de Cinéma lo annoverano come il secondo film più bello al mondo, dopo Quarto potere (Citizen Kane) di Orson Welles. Eppure, pochi ne hanno sentito parlare. The Night of the Hunter (1955) è diventato, in Italia, La morte corre sul fiume . Una traduzione infedelissima sul piano letterale, ma pregnante ed evocativa, migliore di monstra horrenda come Se mi lasci ti cancello (per Eternal Sunshine of the Spotless Mind ). In questo film, si condensano l'esperienza e la passione di una vita, quella vissuta sui set cinematografici da Charles Laughton . Attore, si pone dall'altro lato della macchina da presa, per mettere a frutto anni di silenziosa osservazione. Il risultato è un capolavoro elevato agli altari della critica, ma condannato dal pubblico suo contemporaneo. Perché questa pellicola non ammicca agli spettatori, fornendo uno schema già noto (horror, giallo, rosa...). Come tutti gli autentici prodotti d'arte, è complesso e proteiforme, soggetto a molteplici in

Mamma Giustizia

"Ora, quest'impunità minacciata e insultata, ma non distrutta dalle gride, doveva naturalmente, a ogni minaccia, e a ogni insulto, adoperar nuovi sforzi e nuove invenzioni, per conservarsi. Così accadeva in effetto; e, all'apparire delle gride dirette a comprimere i violenti, questi cercavano nella loro forza reale i nuovi mezzi più opportuni, per continuare a far ciò che le gride venivano a proibire. Potevan ben esse inceppare a ogni passo, e molestare l'uomo bonario, che fosse senza forza propria e senza protezione; poiché, col fine d'aver sotto la mano ogni uomo, per prevenire e per punire ogni delitto, assoggettavano ogni mossa del privato al volere arbitrario d'esecutori d'ogni genere." Da: Alessandro Manzoni, I promessi sposi , cap. I

Le cose serie

Sapienza

Chi non riesce ad essere felice ha fallito nell'unica scienza in cui a tutti converrebbe essere dotti.

Scelte di vita

C'è chi investe in mezzi per vivere...   e chi investe in motivi per vivere.

Acqua

Spesso m'incanta la malinconia pastosa d'un fiume, quando mi siedo sull'argine dei giorni; lascio scalzo il mio cuore e lo guardo seguire i ritorni dei mulinelli in corpo a quella via. Somiglia l'acqua al chiaror delle ore che trafiggono il sole con invisibil passo; e, mentre si scioglie lo spirito lasso, le onde restano sole a dir tutta la vita che si ritesse nel seno d'un gorgo. Vincitrice per la sezione "Poesia" del premio letterario-scientifico "loSCRITTOio", bandito dalla Fondazione Roma Sapienza, 2011 Pubblicata nel volume Acqua, ("I Corti"), Laboratorio Gutenberg Antologia ed altro scaricabili da qui: http://www.loscrittoio.org/content/view/85/109/ 

Tre bresciani a Roma (per tacer dell'auto)

A volte, succede. Arriva un pretesto qualunque (un premio letterario o consimili) e si decide –con tanto entusiasmo e sancta simplicitas - di sciropparsi la distanza autostradale fra Brescia e Roma, andata e ritorno, nella stessa giornata.             Il pretesto è dato dalla figlia; ma l’autore della pensata –va da sé- è il padre. Cinquant’anni non hanno minimamente affievolito il suo feeling con i motori e ci tiene a provarlo. Convince il resto della famiglia, d’altronde, con tanti buoni pretesti: “In auto è più comodo, possiamo fare tutte le soste che vogliamo, costa meno, siamo più autonomi…” A dargli dannatamente ragione si mette anche lo sciopero dei mezzi pubblici.             Una buona occasione per familiarizzarsi –finalmente- con il navigatore satellitare, sapientemente impostato dal cuginetto quattordicenne.             Cinque ore e mezza stantuffate dalle canzoni dei Nomadi e di Fabrizio De André, oltre che

Non solo carta patinata

Le riviste maschili usano la stessa retorica degli autori di reati a sfondo sessuale, lo affermano i ricercatori [Data: 2011-12-13] Le riviste maschili, rivolte specificamente a giovani uomini eterosessuali, sono da tempo al centro di discussioni: l'immagine che danno della donna è spesso controversa e desta preoccupazione in molti ambiti. Adesso alcuni ricercatori del Regno Unito hanno condotto uno studio che dà corpo a queste preoccupazioni, mostrando che il linguaggio usato in queste riviste ha delle caratteristiche in comune con il linguaggio usato degli autori di reati sessuali e contribuisce all'oggettificazione della donna. Anche se si è lavorato molto per studiare l'effetto che queste riviste hanno sui bambini, molti negozi li mettono in alto fuori dalla vista immediata, poca attenzione è stata prestata a come i messaggi contenuti in queste riviste influenzano il pubblico cui si rivolgono e le donne stesse, che sono poi l'argomento principale del loro conte

Gli indesiderati

Ci sono due cose che nessuno vuole in casa propria: una è la colpa, l'altra il coraggio.

Proverbio

In risu veritas. 

Quarto potere (1941)

NO TRESPASSING. Non oltrepassare i limiti dell’indagine, di qualunque indagine. Nessun mezzo può ricostruire totalmente una personalità. La redazione di un giornale si adopera per scavare nel profilo psicologico di un noto e controverso personaggio, Charles Foster Kane –a sua volta, direttore di diverse testate. Ricchissimo, amato e (ancor di più) odiato, il “cittadino Kane” è spirato, dopo aver pronunciato una sola parola: Rosebud. Nome femminile che intriga i giornalisti e li spinge ad un’inchiesta minuziosa, nella convinzione che quell’”ultima parola famosa” sia la chiave alla vita di Kane. Orson Welles diceva di non amare i simbolismi e forse era vero. Di certo, non amava gli intervistatori che lo sondavano in materia. Eppure, è irresistibile la tentazione di cercare significati negli elementi del film: i focus su oggetti in primissimo piano, il pappagallo che attraversa lo schermo in un lampo, la luce ed il buio che giocano con